Frigidità in pillole

Poco dopo aver iniziato il libro sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Di quella sorpresa che si trova avendo a che fare con qualcuno che si conosce bene, ma che ti colpisce con qualcosa di nuovo, riuscendo così a rintracciare nel suo carattere un lato che ti era ancora ignoto.
Per me Musica ha voluto dire soprattutto questo. 

Conoscevo Mishima già da parecchio, mi aveva dato una mano in parecchi casi, soprattutto allargando la mia visuale verso molti temi e togliendomi alcuni pregiudizi. Di certo non mi aspettavo una sua infiltrazione nel campo della psicanalisi. Sia chiara una cosa, Mishima ha sempre avuto una capacità enorme nella caratterizzazione dei personaggi, comportamentale e psicologica, ma di parlare con tale efficacia di una materia così complessa e ampia non l’aveva ancora fatto. Per la cronaca, Musica è del 1964.

Il libro racconta di uno psicanalista, Shiomi Kazunori, alle prese con una paziente del tutto particolare, e altrettanto affascinante, Reiko. La ragazza non riesce a sentire la musica, metafora meravigliosa della sua frigidità, dell’assenza di piacere nel sesso. Il libro si alterna tra saggio e romanzo: si passa dall’analisi del soggetto clinico a tratti di narrativa pura e semplice.

Quello che più mi ha interessato è stata la cura con cui viene descritta la nevrosi di Reiko, l’andare passo passo con lo psicanalista nella ricostruzione dei motivi del problema, la descrizione dei metodi di indagine, tutto quell’insieme di gesti e parole che lo hanno fatto avanzare nel processo clinico e nella ricerca della causa-effetto. E’ stato davvero piacevole seguire la ricerca, quasi poliziesca, del male.

 

Musica è scritto con una semplicità che non avevo trovato in altri romanzi di Mishima ed è, probabilmente, un ottimo metodo per avvicinarsi ad un autore che mi fa compagnia ormai da parecchi anni.

 

11 risposte a “Frigidità in pillole

  1. Mi hai incuriosito! Dovresti recensire ! In fondo lo fai già 🙂
    Altri libri di Mishima?
    Mannaggia l\’università! Ho 3 libri sul comodino, ed è la prima volta che mi itrovo 3 libri iniziati…una cosa che odio!
    Piano piano si legge tutto. Ma è sempre meglio quanto i libri ti mangiano e tu mangi loro.
    Adios.
     

  2. Dott. Ing. Dir. Pres. A.D. JosefK., recensore.Uhm… effettivamente non stona.Di Mishima c\’è molto da leggere. Di lui mi hanno colpito molto Colori Proibiti e Il Padiglione d\’Oro, ma è molto particolare anche Lezioni Spirituali per Giovani Samurai, da un buon contributo verso la comprensione del soggetto Mishima e di una parte della cultura occidentale.

  3. Di Mishima mi hanno colpito gli occhi a mandorla…cioè voglio dire,si vede che è un lifting venuto malissimo.

  4. Piccola correzione sul commento che ho lasciato in precedenza, la cultura che si comprende non è quella occidentale ma quella orientale, ovviamente.

  5. estremamente interessante… la prossima visita in libreria potrebbe coincidere con il mio incontro con Mishima

  6. Consigli su autori tedeschi? ah…ovviamente mandami anche le traduzioni….
    purtroppo finita la scorta di libri portati dall\’italia non mi resta che leggere l\’elenco del telefono…crucco anche lui!

  7. L\’elenco del telefono…. è davvero un buon libro, peccato ci siano troppi personaggi e mi confondo sempre con i nomi…Di autori tedeschi non ne ho letti tantissimi, a parte i classici Mann ed Hesse di cui ho parecchi romanzi.Comunque di Mann ti consiglierei L\’eletto (Der Erwählte), per Hesse farei i nomi dell\’ultraclassico Siddharta (titolo identico all\’originale tedesco) e di Narciso e Boccadoro (Narziss und Goldmund).Poi ci sarebbe l\’austriaco Joseph Roth (vale uguale???) con Confessioni di un assassino (Beichte eines Mörders, erzählt in einer Nacht).Spero di averti accontentato. Se mi viene in mente qualcos\’altro, o se do un\’occhiata alla libreria (per modo di dire, i libri stanno sparsi un pò di qua e un pò di là), ti faccio sapere qualche altro titolo.

  8. Che strano, questo mio incontro con la tua recensione.
    Ho letto musica nel 2003: ricordo l\’anno perche\’ allora vivevo in svezia. Ricordo che detestavo (me il passato e\’ ancora molto attuale) i romanzi giapponesi, ma questo mi piacque molto. Ad eccezione del finale pero\’, perche\’ questo autore ha i tempi della narrazione psicologica ma non quelli dell\’azione. La cosa incredibile e\’ questa tua recensione mi ha riportato hai fatti che avvennero allora, di una donna tanto desiderata – che mi porto\’ quel libro – da scomparire in fretta. Mai piu\’ rivista.
    Direi, certe volte i romanzi hanno una narrazione ulteriore, che sono le storie della nostra vita, superiori e tutto attorno alle parole che ci sono scritte dentro.
    Piacere d\’aver visto il tuo blog, tornero\’ spesso. 🙂

  9. E\’ innegabile che musica abbia due volti contrastanti. Da una parte c\’è l\’analisi psicanalitica, la caratterizzazione dei protagonisti, lo sviluppo del transfert Shiomi-Reiko, dall\’altro i movimenti, la ricerca fisica… ammetto che sono legato molto più alla prima parte.Un romanzo, un libro, una storia hanno un grosso ascendente su di me, sulla mia vita, sulla mia testa. Hanno orientato il mio comportamento, hanno formato e variato di volta in volta il mio carattere e sicuramente si sono fusi con quello che mi girava attorno sia nel momento in cui venivano letti che nei momenti successivi.

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