Analisi superflua

Nel definire le persone sono spietato.

L’incurante cattiveria con cui attribuisco caratteri e sfumature risulta eccessiva anche a me stesso, ma la risolutezza a cui sono uso mentre propino le diverse intenzioni, le debolezze o gli ammirevoli tratti mi da un discreto piacere. Una sorta di slancio psicanalitico (e dio mi salvi dal voler fare
psicanalisi) la cui sicurezza e lucidità finisce col rilasciare anche al mio ego caratteristiche simili.

 

Non sono abituato a dispensare diagnosi possibiliste o che presentino vuoti inspiegabili. E questo a rischio di sbagliare.

L’estremizzazione di alcune caratteristiche, le definizioni azzardate e crudeli sono tutte possibilità cliniche a cui si va incontro ogni
qual volta mi viene chiesto un parere su una certa persona.

Azzardate e crudeli. Io le preferisco definire realistiche. La moralità non è qualcosa che
mi interessi particolarmente, ha questa più un valore emotivo e ansiolitico.

E’ un po’ come la religione. Da motivazioni laddove la ragione non ne trova.

 

E’ probabile che la crudeltà che uso nelle mie analisi serva soprattutto a me. Il fatto che io abbia la pretesa, in pieno stile delirio di
onnipotenza, di marchiare a fuoco persone altrimenti virtuose è un bisogno palliativo.

 

Scolorire i loro pregi mi fa sentire più a mio agio quando gli sono accanto. Mi fa sentire meno irrilevante.

32 risposte a “Analisi superflua

  1. tremendamente comprensibile…così logico che mi insinua la voglia di iniziare a fare lo stesso….sempre che non lo stia già facendo…sigh.

  2. Non è una colpa e il tuo giudizio non preclude attività all\’imputato, per cui in questo caso di autoerotismo l\’altro adulto non deve essere consenziente.

  3. E\’ una possibilità, Giulia.Non userò latinismi, Pico, ma anche questo è possibile.E\’ un buon modo, Nicola, per godere in solitudine ma anche con terzi.

  4. no, non sei perfido. ma attento, potresti rischiare di rsentire della tua "presunta presunzione".
    Ma almeno dici quello che pensi. qualità rara

  5. ..Vedere le persone con una lucidità disarmante.
    Trovo che questa crudeltà sia ciò che ci rende umani.. e in quanto umani, fallibili. E se lo siamo noi, devono esserlo anche gli altri..

  6. Esere cinico e sprezzante,
    è il modo per demolire le persone,
    ma senza cedimenti,
    altrimenti rischi di soccombere alla tua autoesclusione.
     
     
     

  7. non ho mai sentito nessuno sparare a dei pesci in un barile,
    e comunque la salacia è l\’ideale per conservare i pesci in salamoia,
    ti preferisco sagace

  8. Marta, ma sono perfido o no? Secondo me sono solo stupido o forse un pò rincoglionito.Giusto, Azzurra, almeno spero.Non preoccuparti Mauro, se dovessi giudicarti spietatamente sarai l\’ultimo che lo verrà a sapere :-DEdo, bisogna ora capire se io sono i pesci o il barile.

  9. Cosa t\’importa, JosefK? Tanto ti becco lo stesso! :-PE comunque, non è proprio il tipo di problema per uno che impugna una pistola.Mauro, mi meraviglio! La sagacia è troppo strumentale, potrei diventare capo-opinionista.

  10. Non ho dubbi sulla tua mira, Edo. Ed effettivamente l\’uomo con la pistola ha altri problemi.Se ci dimenticassimo dei nostri difetti vivremmo meglio, Fabio? Me lo sto chiedendo.

  11. Tollerare, tollerare…non dimenticare! Se dimenticassi i miei difetti non riuscirei a sfoderarli nei momenti più opportuni.

  12. Ovviamente il problema non sono solo i veterinari, ma era quello di cui parlavo!
    I soldi non son spesi per me stessa, ma per aiutare un micio malandato che senza forse sarebbe morto, faccio quello che posso nel mio piccolo pur avendo pochi soldi in tasca. E non c\’entra certo il mettersi la coscienza a posta, ma il saper rinunciare per aiutare chi sta peggio, si chiama altruismo 😉

  13. Non si è mai troppo crudeli nel giudicare gli altri…E proprio per questo spesso, gli altri si rivelano più crudeli delle nostre aspettative!
     

  14. no vorrei non essere sgarbata. non te lo meriti.
    sei mica david 🙂
    non sono d\’accordo nenache io con flavia comunque, troppo crudeli non ha senso a meno che non ci sia una forte aspirazione al sadismo. o che la persona in questione sia per noi meno di niente. in caso contrario, giudicare chi ci passa accanto con malignità è inutile spreco di parole, acidità e forse poco coscienzioso. io sono per l\’infamare chi si conosce.
    almeno puoi dire qualcosa senza crollare miseramente negli stereotipi.
    certo. poi però sei un pochetto stronzo. ma poco importa.

  15. "La moralità…ha più un valore emotivo e ansiolitico"
    non riesco a staccare gli occhi da questa tua affermazione.
     
     

  16. Lo so, Cler, ho preso il tuo commento di prima con un sorriso. Eppure gli stereotipi attirano sempre…. riuscire tuttavia ad essere precisi, ad andare in profondità con le "cattiverie" più che da stronzi è da geni!Sai Fabio, ho sempre pensato alla morale come qualcosa di stupido e fallace. E\’ anche una questione troppo soggettiva. E poi viene usato a sproposito, per dare spiegazioni a cose su cui la ragione la pensa diversamente.

  17. La morale è estremamente soggettiva e ognuno ha la propria..anche chi non vuole ammetterlo, in fondo, ne ha una.
    Ciò che mi fa rabbrividire è la facilità con cui la moralità sconfina nel moralismo.

  18. Se moralismo ha un suono tanto simile a morale dev\’esserci un motivo, Fabio… :-)E\’ vero ognuno ne ha una, non riuscire mai a prescinderne è un grosso problema.Ricredersi, ogni tanto, fa bene.

  19. è verissimo.
     
    l\’ideale sarebbe un\’etica elastica con tendenza a sconfinare temporaneamente nell\’immoralità (sempre soggettiva!) per poi tornare a simulare una tranquilla e confortante moralità.
    i veri piaceri della vita sono (agli occhi dei più) sempre fonte di immoralità..un po\’ come le cose da mangiare: le cose più buone e saporite sono sempre quelle più dannose e ingrassanti..
    ma si vive una volta sola e almeno a questo mondo dovremmo imparare a dar conto solo a noi stessi.
     
    io mi ricredo quasi giornalmente.

  20. Sconfinare nell\’immorale mi aggrada, Fabio. Addentrarsi nel peccato, solo per un attimo, magari di sfuggita, per poi tornare a "giudicarlo" non è sempre una questione di ipocrisia. Magari è solo vivere ragionevolmente.

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