Autonotte

Sono troppi i minuti che ho passato ad osservare con insistenza i lati della carreggiata alla ricerca di un bar aperto. Di puttane invece, ne incrocio a bizzeffe. Sono poste ad intervalli regolari, con una frequenza prossima a quella dei cartelli stradali. A quest’ora sembra impossibile poter bere un caffè, tuttavia le opportunità di lenire le pulsioni sessuali sono numerose. Stranezze di una notte invernale.

Quando noto l’insegna illuminata mi viene da sorridere. Avevo del tutto dimenticato che quell’area di servizio non chiude mai.
Lascio l’auto alle mie spalle, sale terribile nelle narici l’odore di un allevamento di bufale che non riesco a vedere. Potrebbero separarci chilometri, non sono mai abbastanza.
Il benzinaio gioca a carte su un tavolo di plastica, un tempo doveva essere bianco, con un ragazzo che ha vent’anni di meno. Non pongono la minima attenzione al mio arrivo, eppure la concentrazione sul gioco è inesistente. Un modo come un altro perché le ore passino il meno lentamente possibile.
Un uomo ha appena terminato il suo caffè e saluta frettolosamente salmodiando gli impegni che il suo lavoro gli prospetta. Che mestiere faccia non l’ho capito; scoprirò a breve, invece, il perché abbia preso il caffè in una bicchierino di plastica.
Dietro il bancone c’è un tizio che è l’archetipo dell’ex-galeotto. I lineamenti squadrati, i capelli a spazzola non concordano perfettamente con il sonno che gli occhi danno ad intendere. Sonno di chi non ha fatto niente.
Mi serve il caffè in una tazzina sporca, macchiata da una trentina di passaggi sotto la macchina. Ma non sono uno che fa storie e comincio a berlo con tutta la noncuranza di cui sono capace. Rafforzo una mia vecchia convinzione, igiene e caffeina sono inversamente proporzionali.
Nel frattempo signore e consorte (ad essere gentili) scendono da una vecchia spider ed entrano nella bettola. L’uomo ha l’aria di chi vuol far intendere che ne sa più degli altri, la donna che lo accompagna indossa vestiti originariamente ideati per signorine che abbiano almeno la metà dei suoi anni. Scenetta divertente e non troppo rara. Quello che ne sa comincia ad invitare il barista a scoprire il braccio. Con tutta la baldanza di cui è capace, e con la risata nelle parole, gli chiede insistentemente di alzarsi quella dannata manica così da mostrare che frutti ha portato la serata. Il sorriso di circostanza che gli rifilo quando Facciasquadrata mi guarda fallisce miseramente.
Vado via, in silenzio.
Mi attende un’altra mezzora di strada buia. L’unica cosa illuminata a festa è la moderna turbogas. L’intenso blu di cui è dipinta insieme alla giungla di cavi e tralicci che le si apre davanti hanno tutta l’intenzione di dare un tono il più pulito possibile al complesso. Mi rincresce dirlo, quasi ci riesce.
Fumo con la fallace idea che mi aiuti a stare sveglio. Il pessimo cd che gira nello stereo non ne è capace, e io sono troppo pigro per cambiarlo. Mi danno una mano la presenza degli autovelox, e l’attenzione che richiede evitare una multa. E le carcasse degli animali investiti. E le buche. Quando arrivo a casa sono intontito dal sonno.
Accendo il computer.

12 risposte a “Autonotte

  1. Questo mi ricora un pezzo storico dei Guns \’n\’ Roses: Nightrain era il nome di un vino da pochi soldi che causava affezioni un po\’ ovunque. Curioso, no?

  2. grazie mille…. mi ha fatto davvero piacere ke ci fossi anke tu! e sei arrivato pure senza perderti…. STRAORDINARIO!!!

  3. un incrocio tra certe notti ed un rientro quotidiano in statale …il mio senso di autoconservazione mi ha sempre impedito la sosta caffe\’…basta un pocket coffee….pipi\’in piazzola!!…….moooolto piu\’igenico…;))..n.b…e tu dopo una serata cosi\’ accendi il computeer??.masochista…

  4. Può darsi, MATTEO… Di sicuro risulta affascinante.Da una festa, MAURO!!!!!Non è curioso, EDO, al più è ironico.Sono i suoi protagonisti a farlo, PICO.Senza neanche l\’uso di navigatori vari…… RAFFA!!! Davvero incredibile….Dal vivo, MARTA…. dal vivo!!!Desiderio di condivisione, ARIEL, per questo ho acceso il pc. Condivisione e autocommiserazione.

  5. Visto che la musica l\’hai scelta mi sembra tutto molto impersonale, mancanza di igiene inclusa. Sei ancora in fuga da te stesso.

  6. Tu sei un essere umano diverso per qualunque persona incontri.Non ci crederai mai; ma ho cominciato "Rabbia" di Chuck Palahniuk.Una volta entrai anch\’io in un "caffè"… Splash!Battuta che era in voga nel 1600, e poco coerente col tuo intervento…ma fa sempre piacere far ridere la gente con la propria superficialità.Il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri.

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