Come sollievo all’insofferenza

Dio, o chi per esso, non è stato particolarmente generoso con te. Non sei proprio di bell’aspetto. Diciamo pure brutto, che rende meglio l’idea e fuga qualunque possibilità di incomprensione. Accompagni cotanto bel vedere con un passo che lascia esterrefatti, un dondolio da modello anni ottanta. Divento incapace di guardare altrove quando ti esibisci nelle tue sfilate, sotto ipnosi. Mi scuoto terrorizzato dallo stato catatonico in cui mi riduci, con la speranza che questa attenzione involontaria non venga scambiata per ammirazione. Cosa che, ne sono certo, ti indurrebbe a rivolgermi la parola. E tranquillo, della tua incessante chiacchiera ne ho a sufficienza. La costrizione a condividere dello spazio con la tua persona di cui a volte sono vittima mi permette di usufruire appieno del logorroico repertorio sull’informatica e la telecomunicazione che incessante condividi. Le riesco a sentire, sai, le mie cellule neuronali urlare straziate dall’insofferenza. E comunque, ciò che davvero annichilisce le mie capacità di sopportazione sono le tue lectio, che dirlo in italiano non avrebbe reso l’idea. La pateticità con cui ripeti pedissequamente le informazioni che hai raccolto da giornali online e rivistucole varie spacciandole per verità assolute e predizioni del futuro prossimo e lontano lascia senza fiato. C’è stato un momento in cui mi hai strappato un sorriso, devo ammetterlo. La scena di te cascamorto, cavalier servente, consumato conquistatore rimarrà impressa nelle mie meningi per decenni. Credo che nemmeno gli autori di certa letteratura romantica per mocciosi si arrischino a scendere a certi livelli di pateticità. Non sentirti solo. Davvero. Anche il tuo interlocutore principale, l’unico finora che ho visto capace di sostenere l’incessante rigurgito di parole da cui sei affetto, mi sta sui coglioni. Potrei scrivere un trattato sui motivi di tale avversione ma basta raccontare un episodio. Il tuo amico mi ha corretto. Si è inserito nel discorso che facevo con un’altra persona, spuntando dal nulla. Come fosse in agguato. Senza che io mi sia arrischiato mai a rivolgergli la parola, o un cenno, o un pensiero. Il fatto che abbia detto una stronzata madornale non lo assolve in alcun modo. Tantomeno lenisce l’odio che provo per lui.

Chi invece sembra aver giovato di un patrimonio genetico di tutto rispetto, almeno in quanto a fenotipo, è la bionda che di tanto in tanto spunta da questa parti. Su questa non ho molto da dire. Sembra sia incapace di comunicare se non telefonicamente. Lo si evince dall’elevato numero di occasioni in cui si allontana dalla stanza col cellulare all’orecchio. Inoltre, non fa nulla per nascondere le qualità di cui ho accennato prima, anzi. La cosa mi diverte. Ogni volta che lascia il suo posto alzo gli occhi verso il pubblico maschile. Vedere quante teste approfitteranno dell’occasione per sbirciare ed intuire i commenti che scambiano tra loro è diventato un valido passatempo.

come sollievo all'insofferenza

24 risposte a “Come sollievo all’insofferenza

  1. Descrizioni sopraffine. Davvero. Taglienti quanto splendide.

    Un giorno vieni all’università con me? Che di gente che odio ce n’è tanta, ma tu sapresti elevare questo odio a un trattato di sociologia.

  2. Ahh mi spiace ma il primato Dell ipnosi guarda come dondolo c’è L ha il mio capo ..il fatto e’ che L effetto soporifero e’ certo già’ determinato dagl ‘argomenti ma in tal guisa assicurato. Ma poi cose ‘ la bellezza in un uomo ..relativa direi inversamente proporzionale all importanza assurta in una donna che però’ può’ decimar la in un attimo grazie ad una voce orrenda argomenti peggio e cicaleccio telefonico..molestò.
    Ahhhhhhh gioventù ma L arte della seduzione sapete cose?:-)

  3. Rocco is back 😀

    nutro profonda stima nei confronti degli “sfanculatori” di classe, categoria alla quale mi fregio appartenere da sempre, le “lectio” poi… una pennellata di snobismo semplicemente perfetta, come bere Krug mangiando la trippa.

    TADS

  4. intendi dire che ti provocano conati???
    mannò dai, calare la trippa col Krug è roba da evoluti, a me provocano i travasi quelli che bevono il Tavernello mangiando le ostriche :mrgreen:

    TADS

    • Quelli poi, sono ancora peggio. Certo che tavernello e ostriche rende meglio l’idea. 😀 E comunque non sono contro nessuno abbinamento. Anzi. Il rispetto per certe leccornie, siano krug o trippa, ostriche o vino (il tavernello, no, per favore, quello nemmeno so bene cosa sia) è massimo.

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