Il problema fondamentale nei primi mesi di vita è che ti caghi addosso. E’ vero, solitamente hai una mandria di maniaci smaniosi di cambiarti il pannolino. Ciò nonostante le smorfie e le moine, i nomignoli strani e i mugugni ripetuti in ciclo perpetuo mentre aleggia un puzzo terrificante, che ricorda l’Ypres di circa un secolo fa o l’attuale Malagrotta, non fanno altro che segnarti la vita e dare alla Falqui, alla psicanalisi freudiana e alle multinazionali dell’intimo motivi per prosperare. Se hai fame non puoi far altro che rompere le palle a chi ti sta nei dintorni urlando e gemendo come un coglione e sperare che a presentarsi sia il gigante con le mammelle più grosse. Che se compare il tipo delle facce buffe e la pelle a mo di cartavetrata al più ti rifila un surrogato di latte materno bollente come il sole a mezzogiorno o gelido che pure un cervide della tundra russa avrebbe difficoltà ad ingurgitare. Ma tant’è, ti ingozzi. E poi a voglia a colpi sulle spalle fino a che non erutti come un cinquantenne alla sesta birra e alla quarta portata. La testa così grande è tale da far pensare ad un Nobel nel prossimo futuro. Peccato non si abbia il fisico per reggerla. E piuttosto che un futuro radioso nelle arti o nelle scienze devi preoccuparti di un presente dove nemmeno la testa apposto riesci a tenere. Certo, i comportamenti da ritardati che parenti, amici e i peggiori estranei hanno nei confronti di quel simbolo di tenerezza a cui la società ti ha assurto non aiuta neanche un po’. Fosse anche uno scaricatore di porto, un veterano del primo Iraq o una qualche femminista della vecchia guardia e della prima ora, la reazione da imbecille non varia. Tutti a lanciarsi in onomatopee stereotipate, perfezionate da anni di pratica e secoli di trasmissioni generazionali. Mimiche che i più grandi performer del cinema muto mai sono stati in grado di eseguire, raggruppate e compattate in qualche istante burlesco di fronte ad una vittima ancora innocente. Se ne sentirà tutto il peso nelle fasi del rifiuto adolescenziale o in qualche isterismo seriale degli anni successivi. Ci si continua a meravigliare della proliferazione di destabilizzati, mentecatti e maniaci psicotici nonostante l’avvilente condanna che si è costretti a subire nei primi mesi della propria vita.
chi ti ha brutalizzato da piccolo, eh? dillo a mamma freud, su su 😀 😀
Chi? Tutti.
Meglio dire: cosa? Le “coccole”!
Quell’eccesso di cure mi ha fatto malissimo… 😐
essaggerato! 😛
Sarà… 🙂
E’così .il problema resta enorme perché ‘ e’ sempre e solo L inizio di un interminabile odissea di M……appunto.
E infatti. Se questo è l’inizio, dici tu, figurati il resto! 😮
Esatto! 🙂
Da piccolo (certo, non così piccolo) girava la voce di non sporgersi dai balconi, perché la testa ti portava giù al piano terra.
Non era certo una bugia. Abbiamo vissuto un’infanzia all’insegna del terrore pur credendo di essere dei geni.
Non c’avevo mai pensato seriamente, ma hai ragione da vendere.
Il terrore è il primo ricordo che scaturisce dalla propria infanzia. Mai stato tanto terrorizzato come dai 2 ai 9 anni.
Viviamo in una società del terrore a quell’età, sarà mica colpa dell’apprensione genitoriale!?!?
E stai attento a fare le smorfie, che poi la faccia ti rimane così!
Ma alla faccia deformata dalle smorfie oramai sono abituato…
Ma tu pensa ai poveri bimbi di mò che gli tocca pure provare gli omogeneizzati col Bimby!
Oddio, gli omogeneizzati!
Poverini!!! E ci meravigliamo di certa gente che frequenta la blogosfera! 😀
secondo me i bambini nascono intelligenti, geniali, sono i grandi che li rincoglioniscono nei primi mesi di vita con gli atteggiamenti da te descritti.
TADS
Non posso che essere d’accordo.
Siamo troppo accaniti e abbiamo troppi pregiudizi nei confronti dell’infanzia. Però il tuo post mi sconvolge lo stesso, colpa della mia deformazione professionale.
Mai farsi prendere dalla deformazione professionale. È un rischio enorme. Ne so qualcosa, e ne sento quotidianamente gli effetti. Che ti il mio post ti prenda, comunque, mi fa piacere. 🙂
Ciao,
ho nominato il Suo blog al Liebster Award: sicuramente Lei saprà già sai di cosa si tratta; in ogni caso è tutto spiegato nel post e in quelli che l’hanno preceduto.(http://johnnystecchinojr.wordpress.com/2014/02/17/nomination-ai-liebster-award/). Se considera l’iniziativa un disturbo non si dolga di rispondere, sapremo interpretare il suo silenzio.
Le auguriamo di passare una buona giornata,
Saluti
EG
Ma perché questo commento è così impersonale!? 😉
La risposta è sempre quella:
ho fatto un copia-incolla
Immaginavo, tentavo di essere pungente/simpaticone.
🙂
La nomination l’hai già ricevuta… Ora rispondi alle mie domande!
http://www.acidella.com/2014/02/18/nomination-ai-liebster-award/
OK OK!
😀
Appena ho un momento mi lancio anche io in questo Liebster.
“La testa così grande è tale da far pensare ad un Nobel nel prossimo futuro. Peccato non si abbia il fisico per reggerla”.
Buahahahahahahahahaha!!
Sei un fottuto genio!!
Non se n’è ancora accorto nessuno…
😉
E’ solo questione di tempo, fidati! 😉
Allora aspetto. Potrebbe valerne la pena. 🙂
Il problema fondamentale nei primi mesi di vita è che ti caghi addosso. EPIC WIN. Ciao 😉
🙂
ciao!
una testa da nobel è fantastica 🙂
piacere, Sun
Piacere. 🙂