Nato signore

Un tipo come Chivas non è abituato a fare richieste o a chiedere permessi. Semplicemente fa, prende o va (viene). Ti trascina a seguirlo o, con maggiore frequenza, ti segue senza aver necessariamente ottenuto il tuo placet. Quando sei costretto a negargli qualcosa e lui, con una delle faccie più falsamente indifferenti che si possano vedere in giro, ti dice che non fa niente, che sarà per un’altra volta, non puoi fare a meno di sentirti nel torto, di aver fatto un errore, di bruciare nel rimorso.
I suoi libri sono scomodi. Nel senso che è per lui scomodo sceglierli essendo riposti un pò dove capità: su una mensola, impilati su un paio di mobili, in un armadio chiuso… dimenticavo di far notare che i libri sono miei (così come mensola, mobili e armadio).
E’ un sognatore. Anzi no. Gli vengono le fissazioni. Te lo ritrovi con un’idea assurda, o quasi, e con il suo forte desiderio di portarla a compimento. Non raggiungerà tutto, ma ogni tanto qualche sua trovata si realizza.
Conosce tutti e sa di tutti. Fare una passeggiata col protagonista significa ammettere tacitamente che ci si fermerà ogni due minuti a salutare qualcuno, a scambiare una battuta o uno sfottò, a ridere dello strano incidente occorso a qualcun’altro, a commentare l’ultimo avvenimento politicamente deprecabile. Un esempio della sua onniscienza mi viene dato ogni qual volta gli indirizzo una frase con “lo sapevi che…”: la sua lapidaria risposta è si, ovviamente condita da elementi ancor più particolareggiati a me del tutto ignoti.
Io e Chivas ci schifiamo. Passiamo buona parte del tempo comune a far notare le rispettive mancanze, i difetti, gli errori. A volte rasentiamo l’odio reciproco. La particolarità del dibattito sta nel suo iniziare e concludere senza apparenti motivi e senza alcuno strascico.
Ha una grande umiltà nel domandare. Il nonsapere in un dato ambito non lo ferma nell’ignoranza di chi ha paura, di chi si vergogna. Oltretutto ha tra i suo amici (tra questi io non ci sono) alcuni santoni dalle cui labbra raccoglie frasi che spesso si tramutano in dogmi. Questo tuttavia non gli preclude la possibilità di farsi idee autonome, seppure è facile immaginere l’influenza originaria.

 

Chivas vuole emigrare in California… purtroppo ancora non ha trovato un gommone.

Il mio amico antico. Così mi vien voglia di definirlo alla fine di questa logorroica requisitoria. Lo conosco da tanti anni; con lui ho condiviso momenti difficili, risate, larga parte di infanzia e adoloscenza. Chivas è la persona che c’è sempre, c’è sempre stata… e qualcosa mi dice che continuerà ad esserci.

18 risposte a “Nato signore

  1. credo proprio di iniziare ad appassionarmi a questa periodica mostra di "ritratti umani" e dire che la fiction non è il mio genere.
    scherzi a parte, mi rendo conto di quanto certi paradigmi siano comuni e che posso associare ad ognuno dei tuoi post alcuni miei amici (o qualsiasi altro termine che serva a descrivere lo status del tipo in questione).
    ah, comincio pure a trovare un tuo omologo, ma come mi hai scritto oggi "la mia idea di te non sarebbe più sbagliata (o corretta) di quella di chiunque altro, perchè è mia, e da a me il senso della tua esistenza"

  2. Forse ti ci appassioni perchè non è fiction…. sono tutte persone molto più concrete e reali di quanto lo sia io.

  3. con il passare del tempo conosciamo persone sempre più "tipiche".per esempio, io mi riconosco nel "tipo" di Chivas

  4. Micky…. questo non me lo dovevi dire… d\’ora in poi comincerò sinceramente ed incodizionatamente a odiarti……;-p

  5. ..chivas..e cosa dire..hai fatto un ritratto che per chi lo conosce è perfetto..
    ..è vero spesso è indecifrabile,altre volte lo conosci come le tue tasche,sai cosa vuole,cosa pensa..e come lo pensa..a volte pensa per mesi a un\’idea..si ci fissa,ti racconta tutto alla fine quando il piano è completato..e può variare dal semplice acquisto di una mascherina per il suio nokia,all\’andare in america con la macchina..
    ..però chivas c\’è,c\’è sempre se hai bisogno di lui..se ti deve ascoltare o solo farti compagnia in silenzio..a dispetto di tanta falsità e ipocrisia ke trovo giorno dopo giorno..chivas non ti dice mai ti voglio bene..te lo dimostra.
    ..e io gli voglio bene per questo.

  6. Bellissima descrizione di un tipo: ne conosco di così, ma non avrei saputo coglierne gli aspetti con la tua acutezza. Diciamo pure che per qualche tratto del carattere, mentre leggevo, mi è balenata l\’idea di poter essere io. Scrivi stupendamente, e concordo con i tuoi gusti letterari: Mishima e Saramago e Dostojevski  e poi il formidabile Gomorra- A proposito, l\’immagine del nick che hai scelto è originalissima. Quanto alla situazione italiana, io vedo un grosso pentolone che ribolle, a cui stanno tentando di mettere un coperchio… Anni di malaffare non si cancellano facendo gli educati in parlamento. Solo operazioni di facciata, vedremo la sostanza.

  7. Troppe persone si riconosco in questi "miei" ritratti… dev\’essere dovuto a quell\’unicità stratificata sulla massa che tanto bene contraddistingue il creato.

  8. forse dopo esserti fermato inizierai a camminare all\’indietro? la lentezza come punteruolo che rompe lo spazio-tempo…

  9. Perfetta descrizione….chivas è il nostro mito,il nostro controllore,il nostro vigile……è l\’essenza della fede.

  10. Chivas si troverebbe bene a San Francisco. Nei magazzini Macy\’s, al terzo piano (se non ricordo male) c\’è un commesso sud americano che parla benissimo l\’italiano e che lo ospiterebbe volentieri. Si chiama Alfonso.Ah, il commesso è gay, ma non è un problema no?

  11. Innanzitutto grazie del "tocco di classe", lo aggiungo alla mia collezione di complimenti.
     
    Scopro adesso il tuo blog anche se mi avevi già incuriosito nei commenti da Micky e Seclet; la descrizione di Chivas è un perfetto incipit per un romanzo, e da quello che leggo oltre, mi piace lo stile della tua scrittura.

  12. Incipit… diciamo che questa descrizione è più frutto di un romanzo. Chivas non ha ucciso draghi nè ha salvato principesse, di fatto dalla sua vita si può imparare molto, davvero tanto.

  13. Il mio amico invece si chiama Jack…
    Commenta e non temere il giudizio…tanto alla fine sarò io a giudicare…

  14. Pingback: Promesse celebrative | Sull'orlo di una crisi di nervi·

Lascia un commento